Procedura di gestione dei test di screening per il calcolo del rischio delle anomalie cromosomiche
Raffaele Scuderi
Dirigente Medico, Servizio degli Screening del I trimestre, UOC Ginecologia ed Ostetricia, P.O. Sandro Pertini, ASL Roma 2
Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’art. 1, comma 7, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502” (G.U. n. 65, s.o. 15).
Dopo sedici anni i livelli essenziali di assistenza vengono finalmente aggiornati ed al loro interno molte procedure di gestione degli screening, anche se la Conferenza Stato-Regioni deve ancora incontrarsi per stabilire le nuove tariffe del nomenclatore. Il presente articolo è dedicato ad uno di essi, forse il più famoso, legato al calcolo del rischio di anomalie cromosomiche per la Sindrome di Down. L’Autore ha descritto con grande competenza il percorso assistenziale che deve intraprendere la donna per conoscere lo stato di salute del figlio, qualsiasi siano le condizioni che egli vive, per prepararsi a una scelta importante, nel caso in cui la gravidanza si dovesse interrompere. I processi alla base del percorso richiedono una conoscenza approfondita delle tecniche di screening, che con questo articolo, l’Autore intende diffondere a tutti i livelli, regionale e aziendale. Si tratta di una grande opportunità per le donne, i loro compagni e per le Istituzioni, che da oggi si dovranno impegnare per rendere operativo ciò che il Legislatore ha sancito per la tutela della salute.
Isabella Mastrobuono
Direttore scientifico di “Organizzazione Sanitaria”
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