In ricordo di Mario Greco

 

     Sapevo che Francesca, prima o poi, mi avrebbe dato questa triste notizia. Ho conosciuto Mario GRECO (classe 1930) nel corso della sua seconda vita professionale. Fresco di studi giuridici, egli aveva prestato servizio presso il Ministero del Lavoro (occupandosi di contratti e vertenze di carattere collettivo e dell’attività della Delegazione italiana presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro-ONU), divenendovi, nel 1972, a 41 anni, Direttore della Divisione Assistenza Sanitaria di Malattia. Con l’Ufficio Studi della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva collaborato alla stesura delle Leggi sulla Disciplina dell’invalidità civile, sull’Istituzione degli Enti Ospedalieri e sull’Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
     Io lo incontrai, come accennato, nella fase successiva, quando passò, come Direttore Generale, alla “Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici” (ancora non anche “degli Odontoiatri”). Negli anni dal 1987 al 1992 partecipavo al Consiglio Nazionale FNOOMM (che in quegli anni diveniva FNOMCeO) come più giovane Presidente provinciale, savonese: andavo a Roma con il principale obiettivo di protestare per le difficoltà di inserimento professionale dei giovani neolaureati e per creare loro spazi nel nascente Servizio Sanitario Nazionale. Lui era il braccio destro amministrativo del Presidente Nazionale, Prof. Eolo PARODI, simbolico bersaglio di tutti i nostri assalti.
     Percepivo la simpatia di Mario, che, pur baluardo dell’establishment, sapeva, bonariamente incanalare, trasformare in proposte costruttive, le mie critiche, spesso aprioristiche, al “sistema”.
     Lo reincontrai anni dopo. In pensione dalla FNOMCeO, Mario, nella terza fase della sua instancabile vita professionale, coordinava le Guide professionali sanitarie delle Edizioni Medico Scientifiche di Torino e aveva fondato le riviste “Organizzazione Sanitaria” e “Mondo Sanitario”. Poco dopo creò, con la figlia Francesca, la Casa Editrice SECuP Srl, che prese in carico le suddette riviste. Era quando (metà anni ‘90 del secolo scorso), Professore Associato presso l’Università di Siena, avevo istituito il Laboratorio di Programmazione ed Organizzazione dei Servizi Sanitari - Health Service Research Laboratory e, con l’aiuto di Fulvio MOIRANO, Roberto GASPARINI e Simonetta SANCASCIANI, implementando di contenuti manageriali la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, gettavamo le basi della Scuola Post Laurea di Sanità Pubblica.
     Allora le Università italiane, nel post-graduate, oltre alle specializzazioni, perlopiù mediche, producevano solo Corsi di Perfezionamento: noi lanciammo quelli in Programmazione ed organizzazione sanitaria, in Direzione gestionale delle aziende sanitarie, in Promozione della salute, in Epidemiologia, informatica e statistica sanitaria. Quando, con il nuovo secolo/millennio, la normativa nazionale istituzionalizzò il prodotto Master, noi fummo i primi, lanciando quello in “HEALTH SERVICE MANAGEMENT” (destinato alle figure apicali); Mario iniziò a pubblicarne i risultati, scientifici ed organizzativi.
     Nel 2005 David GUNNARSSON, Segretario Permanente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, venne a Siena per celebrare il decimo compleanno del mio Laboratorio e scrisse all’allora Ministro della Salute che il nostro “…work in public health and for the environment is impressive. You can be proud of having such outstanding professionals and such internationally important work done in your country”.
     Quello stesso anno avviammo, e Mario ne fu grande promotore, il primo Master a livello nazionale in “MANAGEMENT PER LE PROFESSIONI SANITARIE”, destinato a Laureati Triennali, che la legge subito riconobbe abilitante alle funzioni di coordinamento intra ed inter-professionale. I Rappresentanti nazionali delle principali Professioni Sanitarie ci chiedevano di sviluppare la produzione scientifica di Infermieri, Fisioterapisti, Tecnici di Laboratorio, della Prevenzione, ecc.
     Ricordo Mario giudice severo nelle Commissioni di discussione delle Tesi prodotte.
     Lo ricordo correggere l’impostazione redazionale dei lavori scientifici dei miei Allievi, insegnare a pubblicare a Professionisti magari di grande esperienza pratica, ma che si affacciavano, solo grazie alla frequenza di detto Master, all’attività di ricerca e pubblicistica.
     Ricordo le sere, trascorse alla Certosa di Pontignano, con lui, con Loredana SASSO, Danilo MASSAI, Daniela CIUFFI, Silvia BIELLI ed altri a discutere di come far dialogare tra loro le diverse Professioni, ad armonizzarsi e non ostacolarsi nella trasformazione dei Collegi in Ordini. Quante pubblicazioni prodotte dai nostri Master ebbero un’authorship poliprofessionale, secondo la linea con loro concordata, d’inverno davanti al camino della Certosa o d’estate sul suo terrazzo belvedere in un mare di lucciole, gustando cantucci e vinsanto.
     Nel 2013 la Conferenza Permanente delle Facoltà di Medicina italiane riconobbe la Scuola Post Laurea di Sanità Pubblica senese essere “uno dei modelli di formazione post laurea più riusciti e concreti del nostro paese”.
     Poco dopo la Edizioni SECuP divenne FRG Editore ed io passai “agli ordini” di Francesca, che subentrò nella nostra interlocuzione istituzionale.
     Ancora nel 2020, comunque, in tempo reale con l’epidemia, Mario ed io pubblicammo a due nomi su Organizzazione Sanitaria il lavoro “L’organizzazione ospedaliera italiana, con riflessioni in tempo di COVID-19”, nel quale auspicavamo una “revisione dei poteri di autonomia riconosciuti alle Regioni in materia di assistenza sanitaria…”, per la quale “potrebbe non essere necessario rimettere mano alla Riforma Costituzionale del 2001…” bensì «l’attribuzione da parte del Parlamento, con legge ordinaria, del rango di “principi fondamentali dell’ordinamento sanitario” a nuove disposizioni, ad esempio, concernenti un “modello” di organizzazione dell’assistenza territoriale, da attuare in modo uniforme, per affiancare la rete ospedaliera. Un modello che abbia per “mission” la medicina “d’iniziativa”, integrando quella “di attesa” (propria dell’ospedale), che ha finora troppo permeato anche il settore delle cure primarie. In altri termini una medicina (sanità?) di base consapevole di esercitare nell’ambito di un sistema organizzato, preposto a vigilare sulla corretta erogazione dell’assistenza primaria agli assistiti, autorizzato a chiamare i professionisti, nessuno escluso, a partecipare attivamente alle iniziative del Distretto».
     Addio caro Mario, la Sanità Pubblica, non solo quella accademica e non solo quella senese, Ti deve molta riconoscenza.

 

NICOLA NANTE
Ordinario di Igiene e Sanità Pubblica, Univ. di Siena
Direttore di Organizzazione Sanitaria e Mondo Sanitario
 
 

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