Mondo Sanitario - n.01-02 - Gen-Feb - 2006
03 - DIRITTI DEL MALATO
Parole Chiave:
Il Rapporto annuale 2005, presentato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, fornisce un quadro particolarmente utile e interessante sullo stato di realizzazione di questa importantissima forma di assistenza prezioso, tenuto conto, tra l’altro, del fatto che non esistono rilevazioni e dati ufficiali circa la sua diffusione sul territorio. Nell’insieme, l’ADO presenta ancora carenze molto diffuse sul piano nazionale, scaricando sulle famiglie, oltre al peso della malattia, quello dei costi non coperti dal Ssn. La sintesi finale del Documento, qui riportata, riepiloga le principali questioni emerse dai dati raccolti, fornendo, nelle osservazioni conclusive, le priorità dell’azione da svolgere in questo settore. È stato osservato che l’ADO è compresa nei Lea e va quindi garantita su tutto il territorio nazionale e considerata come parte integrante del percorso assistenziale. «Non è accettabile curare la fase acuta della malattia, lasciando poi alle possibilità dei singoli l’assistenza successiva, una volta dimessi dall’ospedale».
Rapporto sull’assistenza domiciliare oncologica
Parole Chiave:
Il Rapporto annuale 2005, presentato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, fornisce un quadro particolarmente utile e interessante sullo stato di realizzazione di questa importantissima forma di assistenza prezioso, tenuto conto, tra l’altro, del fatto che non esistono rilevazioni e dati ufficiali circa la sua diffusione sul territorio. Nell’insieme, l’ADO presenta ancora carenze molto diffuse sul piano nazionale, scaricando sulle famiglie, oltre al peso della malattia, quello dei costi non coperti dal Ssn. La sintesi finale del Documento, qui riportata, riepiloga le principali questioni emerse dai dati raccolti, fornendo, nelle osservazioni conclusive, le priorità dell’azione da svolgere in questo settore. È stato osservato che l’ADO è compresa nei Lea e va quindi garantita su tutto il territorio nazionale e considerata come parte integrante del percorso assistenziale. «Non è accettabile curare la fase acuta della malattia, lasciando poi alle possibilità dei singoli l’assistenza successiva, una volta dimessi dall’ospedale».